"Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce" ☺ B. Pascal ☺

Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce
☺ B. Pascal ☺

giovedì 11 novembre 2010

tu hai l'incanto del chiostro gentile..., M. Proust



Tu hai l’incanto del chiostro gentile di un eremo.
Il cielo è azzurro mare fra i bianchi archi.
Là si sta bene, sotto un pilastro gracile,
a bere in fresco e tacere, assopiti nei caldi pomeriggi.

Domani, lo so bene, tornato solitario,
andrò a perdermi in torbidi palazzi.
Ma oggi quel tuo incanto mi è amico;
gli sguardi lenti della tua pupilla viola
sono per me, a questo mondo, tutto.

Bianca e sottile la tua fronte non racchiude
l’ombra infinita onde la luce appare;
eppure stranamente, cara testa, ti amo.

Quando al tuo chiaro riso non mi batta più il cuore,
forse arrossirò ancora pensando
alla dolcezza che avrei provata
se fossi rimasto nascosto nel tuo cuore

come nel chiostro chiaro dell’eremo soave

Marcel Proust ( 1871- 1922)

mercoledì 29 settembre 2010

Il necessario è facile da ottenere, Edo



Sia reso grazie alla beata natura che fece le cose necessarie facilmente procacciabili, quelle difficilmente procacciabili non necessarie ( Epicuro)


Stamani il detto epicureo mi appare rovesciato.
È cosa necessaria oppure superflua questo attimo benedetto , in cui giaccio impigrito dal sole su una spiaggia del sud? La mattina è radiosa come sanno esserlo le mattinate di inizio ottobre.
Minuscole onde si rincorrono sulla calma distesa e si frangono a riva lucente come specchio. In lontananza , il vento ricama l’acqua con filo blu , una barca scura sembra immobile mentre trascorre lenta verso il porto. Come tutto d’altronde. I monti della costa fanno corona al mare, disegnando una macchia solo più scura sul cielo azzurro. Immagino il concreto della roccia, eppure sembra sospeso sul mare . Mi aspetto che d’un tratto essi s’involino con le loro cime aguzze , i valloni, le strade, i ponti , le case bianche. Faccio parte di quanto vedo, cullato dal calmo respiro del mare, rapito dalla bellezza della natura, aggrappato all’attimo , spento ogni desiderio, felice - posso dirlo? - di ciò che così facilmente mi è dato. Eppure non necessario, più superfluo di così! È bastato riempire lo zainetto con asciugamani, occhiali da sole e quadernetto. Non smette il ciacolare sommesso delle ondine sulla riva. Anch’esse,come me, attente al loro attimo unico, irripetibile di gioia.

Salerno, ottobre '07

giovedì 12 agosto 2010

Preghiera di un bimbo trascurato, Angela



Signore, questa sera ti chiedo qualcosa di speciale :
fammi essere un televisore.
Voglio essere al suo posto.
Vivere come il televisore della mia casa.
Avere un posto speciale per me, e riunire la mia famiglia intorno a me .
Essere preso sul serio quando parlo .
Voglio essere al centro dell’attenzione ed essere ascoltato senza
interruzioni nè domande.
Voglio ricevere la stessa attenzione speciale che riceve la TV quando
non funziona.
E avere la compagnia di mio padre quando arriva a casa, anche se è stanco.
E che mia mamma mi cerchi quando è sola e triste, invece di ignorarmi.

E ancora che i miei fratelli “litighino” per stare con me.
Voglio sentire che la mia famiglia di quando in quando, lascia tutto
da parte, per passare alcuni momenti con me.
E, per finire, che io possa divertire tutti.
Signore, non ti chiedo molto.

sabato 15 maggio 2010

sabato 24 aprile 2010

25 APRILE 2010, Commemorazione della LIBERAZIONE

Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.
Ma soltanto col silenzio del torturati
Più duro d'ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA

Epigrafe dettata da Piero Calamandrei per una lapide "ad ignominia", collocata nell'atrio del Palazzo Comunale di Cuneo in segno di imperitura protesta per l'avvenuta scarcerazione del criminale nazista.

domenica 21 marzo 2010

IMMATURI PERCHE', daniela



Tu padre amico fratello amante
Io sola stagliata chiara
con tutti i miei immaturi perchè
quando tutto il mondo mi chiede di più.
Io ci sto, ed in questo gioco mi scopro, mi supero
con un passo addietro, buttata nella vita,
imparo
che più si fa luce più la fine s'avvicina.
cos'è questa gioia di scoprire
te, lui, l'altro accomunati da che?
Io ci sto.

giovedì 11 marzo 2010

tempo d'amore, tempo di morte, edo



A quel tempo la gatta che frequentava il nostro giardino, dal pelo candido chiazzato di nero sul dorso e sul muso, cominciò a miagolare strano e d’improvviso apparvero , chè non s’erano mai visti prima, numerosi gattoni chi fulvo , chi nero , chi grigio, irrequieti la seguivano ovunque.
Ella sembrava non nutrire alcun interesse per loro e così se ne stava accovacciata, assorta in chissà quali fantasticherie mentre loro le gironzolavano intorno, annusando e sbuffando.
A volte accadeva che si azzuffassero irosi mentre lei scappava a nascondersi nel folto della siepe.
Qualche tempo dopo i lamenti notturni tacquero ed i gattoni sparirono nel nulla; solo la gatta rimase, più sonnacchiosa e languida che mai a riposare sul muricciolo esposto al sole accanto al cancello d’ingresso.
Presto notai che i suoi balzi alla vista del cibo o il suo arrampicarsi al di là del vetro per richiamare la nostra attenzione, si fecero lenti e goffi ed il ventre cominciò ad apparire gonfio e pesante.
La scovai una mattina mentre rovistavo alla ricerca di un attrezzo, sdraiata in un cartone nel mucchio della legna tagliata per la stufa, il pelo ancora macchiato di sangue rappreso a proteggere col suo corpo tre esserini tremanti, più sorci che gatti, con gli occhi serrati a contendersi i suoi capezzoli.
La premiammo con dosi doppie di latte e bocconcini di carne, perché badasse ai suoi piccoli invece di vagare alla ricerca del cibo..
Loro s’ammucchiavano ben stretti a scaldarsi l’uno all’altro quando lei mancava ed aprivano d’istinto la bocca scoprendo il tenero rosa della lingua quando avvertivano una presenza, qualunque, non solo la sua.
Un giorno la sorpresi mentre trascinava uno dei cuccioli , stretta la bocca al suo collo e venne a deporlo sullo stuoino, dove di solito abbandonava le prede che catturava in giardino.
Mi parve quasi che volesse affidarli a noi mentre lei mancava, ma non capivo perché.
Ne parlai con Max e lui mi disse che voleva così metterli al sicuro dai maschi che usano sopprimere i piccoli in sua assenza per liberarla dalle cure parentali e renderla disponibile ad un nuovo accoppiamento.
Mi sembrò crudele, ma così fu.
Dopo qualche giorno dei cuccioli più nessuna traccia e lei ricominciò quel suo strano miagolio e riapparvero i gattoni dalla coda robusta più di una corda d’ormeggio di un peschereccio.
Crudeltà, cattiveria, istinto perverso? Non so. Nel mondo degli umani a volte capita di peggio.
Provai a rifletterci su e lentamente tutto m'apparve né illogico, né crudele ; ma soltanto reale.
Ed il reale non rientra in un ordine prestabilito; esso è semplicemente indifferente a qualsiasi pietà, a qualsiasi affanno.
Inutile voler dare una ragione o addirittura un giudizio morale su ciò che naturalmente accade nella necessità.
Aprile2000.